Vuoi un dolce?

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Per quanto le emozioni siano personali, la letteratura è un serbatoio di emozioni già sentite, di sensazioni comuni a tutti noi uomini. Quella del ‘900 è ricchissima di ispirazioni, perchè esplora le più profonde pieghe dell’anima. Vi racconterò un episodio famosissimo di “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust.

Il protagonista compie un’azione semplicissima, mangia le madeleine, un dolce tipico francese. Riassaporare quel piatto lo porta a ricordare l’infanzia, quando era solito mangiare le madeleine dalla zia. Cosa significa questo? La memoria è una brutta bestia… Un piccolissimo avvenimento può suscitare in noi il ricordo di qualcosa di enorme e perciò segnarci per sempre.

Amplio il discorso. La nostra vita è composta da circostanze, da piccoli eventi, da minuzie che possono smuovere i mari. Un battito di farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Spesso ci costruiamo col tempo certezze, stabiliamo un equilibrio con alcune persone, sappiamo su chi possiamo contare e chi no, quanta fiducia, importanza, o amore accordare ad uno o ad un altro. Qualcosa che abbiamo messo in piedi in anni può essere spazzato via in secondi. Noi esseri umani siamo più bravi a distruggere che a conservare.

Siamo pazzi? Schizofrenici? Naa. Se riflettessimo di più, ci accorgeremmo che, come sono le piccole cose a distruggere, sono le piccole cose a costruire e ricostruire. I nostri rapporti son fatti di minuzie ed è l’accumulo di queste a creare le “strutture”, quel qualcosa che resiste ad ogni cosa positiva o negativa, quel che si ha dentro, nascosto nell’intimo, e che può rimanere bloccato per anni o esplodere fuori in un momento, sempre a causa di una piccolissima cosa, come le madeleine, che ti fa vedere tutto con occhi diversi.

Vuoi un dolce?

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